Si è risolta con un “perché il fatto non sussiste”la lunga vicenda processuale che ha visto coinvolto l’Archivio Dadamaino nella persona dell’attuale Direttore Scientifico Prof. Paolo Campiglio, assolto lo scorso 8 luglio dal Tribunale di Milano.
Ma facciamo un passo indietro.
Il caso Dadamaino: falsi o solo presunte contraffazioni?
Era il 9 ottobre 2014 quando veniva incardinato un procedimento penale che prendeva le mosse da una denuncia ricevuta dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Monza
Secondo l’accusa, oggi smentita dal Tribunale di Milano, un gruppo di falsari in accordo con alcuni galleristi, aveva immesso sul mercato 99 “Volumi” indebitamente attribuiti all’artista milanese. Nella vicenda si imputava inoltre all’Archivio Dadamaino di aver autenticato e archiviato indebitamente opere asseritamente contraffatte.
Al centro delle indagini è stata posta quindi l’autenticità delle opere di Dadamaino, all’anagrafe Edoarda Emilia Maino, e nello specifico la serie dei “Volumi” nati sul finire degli anni Cinquanta in un momento di particolare creatività del movimento artistico milanese.
A seguito di una lunga e completa istruttoria durata due anni, il Tribunale ha ritenuto infondata l’ipotesi accusatoria escludendo qualsiasi coefficiente di responsabilità in capo all’Archivio e ai propri componenti.
Questa particolare vicenda, suggerisce alcuni spunti di riflessione.

Processo Dadamaino: fatti e riflessioni
Con riferimento alle consulenze peritali nell’ambito del processo è emerso con grande forza che sia il processo che la sentenza che ne è seguita hanno avuto un forte contenuto tecnico.
Il metodo scientifico utilizzato dai periti non ha potuto che avere un rilevante impatto rispetto alla correttezza o meno delle valutazioni.
In particolare, secondo quanto riportato anche sul Sole 24Ore, i tecnici di parte hanno analizzato diversi “Volumi” presenti nei musei italiani e nelle collezioni private allargando così il campo di indagine rispetto ai soli 3 “Volumi” analizzati dai consulenti della Pubblica Accusa. L’analisi di un campione di opere più ampio ha rappresentato un punto di partenza importante per l’esito finale delle perizie.
Ne emerge che al fine di stabilire con certezza la falsità o meno di un’opera d’arte, dovrebbero essere prescritte (e seguite) linee guida precise ed univoche per ogni consulente iscritto agli albi dei tribunali.
Con riguardo alla serie dei “Volumi”(1958-1960), l’Archivio ha sottolineato come si tratti di un ciclo condotto dall’Artista a più riprese e lungo un arco cronologico assai ampio e non circoscritto.
Pochissime opere furono vendute o cedute all’epoca della prima formulazione del ciclo. Lo stesso Archivio sostiene che l’Artista apponesse la propria firma e la data al momento dell’alienazione e non una volta terminata l’esecuzione dell’opera.
Pertanto in commercio è possibile reperire opere della serie dei “Volumi” firmate “DADAMAINO 1958” benchè in quello specifico momento l’artista si firmasse “Dada Maino”, poichè alienate dopo il 1963.
Allo stesso modo è possibile che alcune opere non siano state eseguite alla data indicata dall’artista ma solo ideate in quella circostanza e assemblate in epoca successiva.
L’indagine iniziata 6 anni fa ha così bloccato il mercato di Dadamaino limitando in particolare la circolazione dei “Volumi” in Italia e procurando un danno economico e d’immagine all’Archivio che ne rappresenta e tutela il lavoro.
Da qui, ed arriviamo al secondo punto su cui riflettere, la fondamentale importanza della pubblicazione del catalogo ragionato dell’opera di un’artista.
Il catalogo ragionato è infatti un momento cruciale non solo per l’artista o per chi, come nel caso dell’Archivio Dadamaino, ne promuove e tutela l’opera. Esso rappresenta uno strumento fondamentale per tutto l’ecosistema di musei, collezionisti, galleristi, operatori del settore che avranno a che fare con le dell’artista opere, consentendo di ricostruire la produzione in modo puntuale, organico e dettagliato.
Esso costituisce l’insieme di informazioni sulle opere di un’artista che vanno a formare le singole schede dell’opera, dove se previsto è presente anche il numero di archiviazione dell’opera stessa.
I cataloghi ragionati diventano per questo “pilastri” del mercato dell’arte: sono pubblicazioni complesse e frutto di un lungo lavoro da parte del comitato scientifico dell’archivio di riferimento, di esperti e studiosi che ricostruiscono la vita della produzione e delle singole opere autentiche.
L’Archivio Dadamaino, in conclusione di questa lunga battaglia processuale, ha ribadito pertanto il suo impegno costante contro i falsi e a favore dell’opera dell’Artista, della sua catalogazione e archiviazione e ha annunciato che sarà avviato entro l’anno il Catalogo ragionato dell’opera di Dadamaino.