L’artista inglese Damien Hirst, famoso per i polveroni mediatici sollevati nel mondo dell’arte contemporanea dai prezzi record delle sue opere, ha bloccato la vendita di un suo dipinto giovanile, Bombay Mix appartenente alla serie degli spot painting. Si, avete capito bene. Sto parlando proprio di Damien Hirst, il creatore dello “squalo da 12 milioni di $“, uno degli artisti viventi più pagati di sempre, sicuramente uno dei primi ad aver capito come ai nostri giorni, fare arte sia indissolubilmente legato al fare mercato. Alla soglia dei cinquant’anni si è forse redento? Ha forse deciso finalmente, col placido benestare dei benpensanti, di dare un taglio netto con la sua dipendenza dal mercato?
No, niente di tutto questo. Damien Hirst ha bloccato sì la vendita, ma l’opera in questione non era stata messa in commercio da lui. Il motivo dunque? Semplicemente perché la Science Ltd, l’azienda dell’artista, è in possesso del certificato di autenticità, quindi è la proprietaria dell’opera. Com’è potuto succedere tutto questo?
Come riportato dalla BBC, l’opera fu dipinta nel 1988 direttamente sulla carta da parati della casa di Jamie Ritblat a Londra come regalo di compleanno da parte dei genitori. Quando successivamente la casa fu venduta, l’opera era ancora lì e, come dichiarato dalla Scince Ltd, Ritblat riconsegnò loro il certificato.
Nel frattempo, la nuova proprietaria Jess Simpson, non una fans di Hirst anzi, quasi irritata dall’idea di dover vivere con accanto una sua opera, pensò bene di staccare Bombay Mix dalla sua parete e incollarlo su una tavola di alluminio con l’intenzione di venderlo. A quel punto si è scontrata con l’opposizione di Hirst e del suo team: “Potete esporlo ma non potete venderlo o trarne profitto usando il nome Damien Hirst.”
La disputa è ancora accesa. Ovviamente Sotheby’s e Christie’s non vogliono rovinare i rapporti con uno dei loro maggiori “soci in affari” e finché la situazione non sarà chiarita si rifiutano di mettere l’opera all’asta. La Simpson è stata anche criticata per aver rovinato il valore culturale di un’opera che sarebbe dovuta rimanere attaccata al muro sul quale era stata dipinta sei mesi dopo la famosa mostra Freeze, che diede il battesimo ai Young British Artist. In tutta risposta lei dice di aver salvato il dipinto dal deterioramento.
Come finirà questa storia? È difficile dirlo. Sicuramente La Simposon ha come avversari dei pezzi grossi dell’arte contemporanea e dovrà ben lottare per far valere i suoi diritti (sempre che di diritti ne abbia). Intanto il pezzo in questione è conservato al London’s Lamberty Antiques dove il proprietario Andrew Lamberty deve forzatamente tenere la bocca chiusa sulla presenza di un lavoro di Hirst nel suo deposito: “Non mi è essenzialmente permesso di dire che posseggo un pezzo di un artista che è veramente di quell’artista“.
Non è difficile comprendere la sua frustrazione.