Quella che doveva essere una rapida deviazione dalla via che ci portava verso la montagna per passare un weekend lontano dall’asfissiante caldo milanese, si è trasformato in un intero pomeriggio in mezzo all’arte. Il programma prevedeva infatti un veloce pranzo a Varenna, un piccolo e caratteristico paesino affacciato sulle rive del Lago di Como, per poi riprendere la strada verso il tanto sospirato refrigerio. Tutto sembrava procedere secondo i piani, quando il nostro occhio è stato attratto da una serie di dipinti esposti davanti all’ingresso di quella che poteva sembrare una stalla adibita a galleria.
Le mura erano in cemento massiccio, a tratti con pietre a vista e il soffitto era formato da travi di legno. Alle pareti erano appesi diversi dipinti, eseguiti con una tecnica davvero superlativa, la maggior parte dei quali rappresentava delle vedute lacustri o del territorio della zona. La gallerista ci ha accolto cordialmente all’interno di quello spazio che sembra riportarti un po’ fuori dal tempo, in un periodo in cui Smartphone e Social Network ancora non erano stati ancora inventati. Come ci ha raccontato, l’autore di quelle opere è Roberto Butta e lei è sua moglie.
Roberto Butta è un’artista autodidatta che prima di dedicarsi a tempo pieno all’arte della pittura, faceva l’imprenditore. Quindici anni fa, all’età di 38 anni, capì che forse quello che più conta nella vita non è tanto quanto guadagni, ma cosa fai per guadagnare ciò che guadagni. Se avere il conto in banca sempre in attivo voleva dire rinunciare alla sua più grande passione, allora forse era arrivato a un punto della sua vita che non gliene importava più niente di avere il conto in banca sempre in attivo. Ma essendo imprenditore, Roberto Butta era anche molto pratico e realista. Così decise di darsi un tempo: sei mesi sarebbero bastati per capire se dipingere sarebbe potuta essere la strada del futuro. Iniziò quindi a dedicarsi giorno e notte, anima e corpo alla pittura e i risultati non tardarono ad arrivare. Al termine dei sei mesi prese la decisione: chiuse l’azienda e diventò pittore di professione.
Ci vollero altri sei anni affinché la sua tecnica si affinasse e le cose iniziassero a girare nel verso giusto ma finalmente, dopo tanto lavoro e impegno il suo sogno realizzato. Roberto Butta riesce a portare su tela i paesaggi incantati di quel territorio che tanto ama e con il quale ha un feeling particolare e attraverso di essi riesce a emozionare tante persone, soprattutto stranieri e in particolar modo americani, che desiderano portarsi a casa un ricordo di quelle terre meravigliose.
Fra i tanti quadri appesi alle pareti quelli che più mi hanno colpito non sono stati però i paesaggi lacustri. Bellissimi, senza ombra di dubbio, tutti ben fatti, dimostrazione di una tecnica perfetta, con colori gioiosi e vivaci ma forse creati dall’artista più per accontentare i turisti americani che per esprimere se stesso. In una posizione meno in vista, in basso, dietro il tavolo di legno che è poi la scrivania della moglie, era appeso alla parete il ritratto di una montagna dietro a un lago: le pennellate sono forti e pregne di materia. I colori scuri non lasciano spazio a nessuna ombra di decorativismo e in nessun modo qui l’artista vuole compiacere il fruitore che si piazza davanti al quadro. In questo dipinto Roberto Butta non ci vuole far vedere la montagna, ce la vuole far sentire in tutta la sua grandezza, la sua bellezza e allo stesso tempo la sua forza prorompente. Qui si può percepire l’anima dell’artista che ha dipinto esclusivamente per se stesso e non per compiacere l’occhio di un turista distratto. Questo quadro come una Maternità appesa un po’ più a destra, sono i veri Roberto Butta.