L’opera era stata ospitata fino a poco tempo fa alla Venaria reale di Torino, come prestito in occasione della mostra “Splendori delle corti italiane: gli Este”. Vittorio Sgarbi ha valutato il valore dell’opera attorno ai 5-6 milioni e si chiede come sia possibile che non fosse protetta da nessun sistema di allarme. Alle accuse risponde una funzionaria della soprintendenza: “Il Guercino in questione era in una parrocchia e dunque in custodia alla Curia. Non c’era allarme, ed è buona norma che in assenza di allarme i luoghi di custodia siano chiusi. La parrocchia era chiusa, in effetti“.
Intanto gli inquirenti si sono messi all’opera alla ricerca di qualche indizio o di un testimone che possa aver visto qualcosa nonostante il furto sia stato commesso di notte. La polemica sulle scarse risorse adibite al patrimonio artistico del nostro paese ha, con quest’ultimo episodio, altra benzina con cui alimentarsi.